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i protagonisti

Ho deciso di pubblicare questo post non per parlare di me, nè di TheBe che è la mia società, non ora almeno.
Vorrei invece raccontarvi un aneddoto recente.
Ricevo qualche giorno fa una simpatica telefonata da un altrettanto simpatico imprenditore, non faccio nomi ma posso dire che opera nel mondo del green e ha a che fare con piante, fiori e giardini. Ci siamo conosciuti qualche mese fa a una fiera dove lui esponeva piante esotiche e concimi bio. Avevo comperato una pianta e con l’occasione lui aveva appuntato la mia mail, poi mi ha chiesto un contatto telefonico perchè si era ricordato che avevamo parlato di mercati esteri, di artigianalità italiana e di stile italiano molto apprezzati in altri Paesi e che io avevo accennato alle vendite on line.
Ieri mi ha detto che visto che molti ordini gli arrivano dalla Francia e dalla Spagna, avrebbe intenzione di creare un negozio on line.
Parliamo e decidiamo di incontrarci.
Riguardo la mia posta elettronica e ricevo una mail da un amico americano che mi scrive “devo creare un portale di prodotti italiani per un editore di New York, prodotti originali e di qualità, produzioni artigianali, su misura, che esprimano lo stile italiano… e magari anche piante e soluzioni per giardini all’italiana che adesso a NY vanno moltissimo”.
Sorrido.
RIchiamo il design dei sempreverdi e gli chiedo se per caso fosse interessato a NY.
Inutile dire che ho combinato una piacevole cena romana per chiudere l’accordo e lanciare questi nuovi negozi.
E di casi così, sono piene le nostre giornate.
Qual è l’effettivo momento di nascita dell’ e commerce?
 L’e-commerce nasce in Italia con l’avvento di internet nel 1995. Dobbiamo però dire che gli antesignani di questa forma di commercio erano già presenti negli anni 60 con la vendita per corrispondenza (Vestro, PostalMarket) e successivamente negli anni 80 con le televendite (Mediaset). Infatti l’e-commerce segue la legislazione della vendita per corrispondenza.
Cos è cambiato da qualche anno in questo settore tanto da permettere un ascesa così veloce e sostanziale come quella che in questo momento si sta vivendo?
E-commerce è un termine utilizzato per una moltitudine di tipologie commerciali. E’ e-commerce la vendita di biglietti aerei, la prenotazione degli hotel oltre che la vendita di prodotti generici. Ma quello che ha trainato recentemente il boom del commercio elettronico è stato il gioco d’azzardo on-line.
Diversamente dagli altri relatori tu puoi offrirci una visione nettamente pratica: raccontaci in poche parole l’e commerce.
 La logica per il successo di un negozio online non differisce da quella per un negozio tradizionale: Apri un negozio nel migliore posto possibile, arredalo con cura e riempilo di prodotti attraenti e competitivi, infine portaci tanti clienti … e il gioco è fatto.
Vendere online è una semplice formula matematica: Un Buon Sito + Buoni Prodotti + Tanti Clienti = Successo Assicurato
Sei il presidente di Retalco e la mente delle piattaforme per e commerce Freecom. Qual è la vostra peculiarità? Qual è la vostra eccellenza.
In Italia l’e-commerce è Retalco. Oltre tremila aziende hanno affidato alla nostra azienda i loro prodotti per venderli on-line. Quello che ci rende unici è sedici anni di esperienza, una piattaforma proprietaria veloce e stabile in continuo aggiornamento grazie all’esperienza dei nuovi clienti, il servizio di Logistica, Delivery e Banking che solleva l’azienda da tutte le problematiche inerenti il processo di vendita e post-vendita, lasciando che sia Retalco che se ne occupi. In ultimo ma non ultimo la filosofia WinToWin che ci lega con i nostri clienti in modo che più loro vendono più noi guadagniamo e viceversa.
Compri mai on line?
Tutte le auto che possiedo le ho comprate online, i miei viaggi li pianifico al computer e li acquisto dal web. Se poi ho bisogno di cose particolari che non trovo facilmente nei negozi mi affido alla rete. Un esempio? ho acquistato in Usa un pannello solare flessibile di tipologia militare che si arrotola come un materassino e che riesce a generare corrente per i miei campeggi selvaggi.
Il tuo negozio preferito on line?
 Hotels.com è geniale, specie l’app per iPhone che ti permette di prenotare l’albergo mentre sei nella Hall. Quando abbiamo iniziato se mi avessero detto che i miei competitors si fossero chiamati Amazon, eBay o Groupon non ci avrei creduto. Oggi questo sogno si è avverato, e differentemente dai siti sopracitati, con una piattaforma sviluppata interamente in Italia.

Ecco come bisognerebbe fare un e commerce veramente social secondo GIOVANNI CAPPELLOTTO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il commercio è sempre stato sociale. L’acquisto di beni e servizi nel mondo reale è una forma diintrattenimento sociale e da sempre ci rivolgiamo alle persone che conosciamo per avere consigli sui prodotti e sui servizi. Questa dimensione sociale invece non si riflette ancora abbastanza nell’esperienza di ricerca sui siti di ecommerce online.
Il  fenomeno che sta succedendo è che le tecnologie sociali irrompono nel commercio online, come è già successo nel gioco, nella musica e nelle notizie.

1 – Rendere più “televisiva” la partecipazione degli utenti?

Gli utenti si incontrano e si sintonizzano su Facebook per divertirsi e per scoprire qualcosa. Il principio fondamentale sembra essere la serendipty: cerco una cosa e ne trovo un’altra, in un movimento del tutto casuale. Le esperienze di commercio oggi sono invece fortemente guidate dalla ricerca:infatti parliamo sempre di intento del visitatore e scopo della pagina.
eBay ed Amazon sono luoghi perfetti per per comperare qualcosa, ma bisogna già essere nella piazza del mercato, ed oggi sono insufficienti per chi vuole navigare in modo casuale per divertirsi.

La situazione è tale che sembra necessario aggiungere un livello superiore all’immagine dell’imbuto di navigazione, che è l’immagine ormai consolidata del movimento che dovrebbe trasformare i visitatori in clienti. E questa parte superiore dell’imbuto è formata sia dalla ricerca che dalla navigazione casuale, alimentata dalla serendipty.

Questo nuovo livello impatta con tutta probabilità la stessa presentazione dei prodotti.

2 – Al di là degli amici.

L’esperienza sociale su Facebook è definita dagli amici. Il comportamento del consumatore è però anche informato da cerchie più ampie e diverse degli amici. Cerchie che si basano sulla fiducia in caso di acquisti di alcuni prodotti, cerchie che si basano sulla competenza in caso di altri acquisti. Un conto è comperare un oggetto di uso comune, un conto è acquistare un’auto o un bene che comporti una spesa ben superiore. La stessa percezione del valore del bene, o della sua esclusività, può essere condizionata da cerchie di competenza o di appartenenza diversa.

Per essere pienamente coinvolti nel commercio sociale occorre qualcosa di più del solografo di Facebook, come altre persone che condividono una particolare passione. Serve anche un Social CRM per conoscere le comunità di clienti al di là degli utenti e degli amici degli utenti. Bisognerebbe personalizzare una esperienza sociale basata non solo sul profilo di un utente, ma anche su quello che fa la comunità degli utenti.

3 – Footprint nativo su Facebook.

Avere un footprint nativo su Facebook – un negozio che chiude la vendita su Facebook senza riportati nel tuo ecommerce – è critico per almeno due ragioni.

  • Per ottenere buoni risultati è necessari che gli utenti siano impegnati nel newsfeed di Facebook, perché gli utenti sono già in un contesto sociale.
  • E’ difficile integrare in modo aggressivo l’esperienza sociale in un tradizionale sito di e-commerce che è costruito e sintonizzato per convertire gli utenti all’interno di una esperienza guidata dalla ricerca. E’ più facile innovare con il social commerce su Facebook dove gli utenti si aspettano una vera esperienza sociale.
La miglior pratica emergente sembra essere quella di stabilire due punti di presenza e di gestirli in modo diverso. Uno su Facebook ottimizzato per una profonda esperienza sociale ed il secondo sul proprio sito ecommerce dove l’esperienza sociale è più leggera, visto che finora è stato costruito per una esperienza basata sull’intento di ricerca.

Insomma, il social commerce richiede molto più che una proliferazione di bottoni di condivisione e di connessione. C’è bisogno di produrre una esperienza di commercio veramente nuova e che passa attorno alle persone che condividono interessi e passioni, dove la strada da fare sembra ancora lunga.

L’E Commerce merita un marketing ad hoc, perché non è un semplice tool ma una vera e propria scelta strategica per le imprese.
Da dove si deve cominciare?
Spesso si pensa che sia sufficiente mettere online una piattaforma di ecommerce per iniziare a vendere. Chi ha provato a farlo sa che non è così. Come qualsiasi altro sito o attività online, la tecnologia è solo il componente di base, rappresenta le fondamenta della casa che dobbiamo costruire. E’ fondamentale cioè che il negozio sia solido (quindi una piattaforma stabile e ben progettata, un’esperienza utente studiata per facilitare gli acquisti ecc…) ma se non mettiamo l’insegna giusta nessuno ci troverà, a meno che non ci chiamiamo Gucci, Amazon, Mediaworld. Per cominciare le parole d’ordine sono due: prodotto e target. Quanto più conosciamo approfonditamente le caratteristiche dei nostri prodotti, i bisogni che soddisfano e le persone potenzialmente interessate ad acquistarli quanto più saremo in grado di proporli al mercato in maniera vincente. Le domande da porsi sono pertanto: quali sono i valori distintivi dei prodotti che vendo rispetto alla concorrenza? a quali utenti si rivolgono? in quali periodi dell’anno avrò più richieste? In pratica dobbiamo cercare di rispondere alle classiche 5 “W”: WHO («Chi?»), WHAT («Cosa»), WHEN («Quando»), WHERE («Dove»), WHY («Perché»). Queste domande ci aiuteranno a definire la nostra unique selling proposition, il nostro target, canali e tempistiche di promozione, ovvero la nostra strategia di comunicazione online.

Quanto è importante il SEO?

Il SEO, a differenza di quanto si dice in giro, è tutt’altro che “morto”, anzi è vivo e vegeto soprattutto per gli Ecommerce. E’ fondamentale un buon posizionamento sui motori perché (a differenza degli altri canali digitali) quando l’utente effettua una ricerca su Google esprime già un bisogno, un’INTENZIONE di acquisto (pensiamo alle ricerche che effettuiamo noi stessi tutti i giorni) che dobbiamo cercare di esaudire. Siamo in grado di esaudire un bisogno quanto più posizioniamo il nostro sito su parole chiave precise e di dettaglio: essere primi per “scarpe ortopediche bianche” è sicuramente più convincente che per “scarpe”.

Il traffico qualificato (ovvero le visite da utenti potenzialmente interessati ai nostri prodotti) è una sorta di Santo Graal che dovremmo perseguire con costanza dal primo giorno in cui mettiamo online il nostro ecommerce.

Quale è il ruolo dei SN in una strategia di e commerce marketing?

Insieme ai motori di ricerca, i Social Network sono tra i luoghi digitali in cui i nostri potenziali acquirenti trascorrono più tempo. E’ inevitabile quindi farci i conti: da un lato per non perdere occasioni di acquisto, dall’altro perché lo straordinario potere di passaparola intrinseco delle piattaforme sociali può avere riflessi enormemente positivi sulle vendite (in caso di utenti soddisfatti) ma anche enormemente negativi (in caso di utenti insoddisfatti e quindi molto critici). Ricordiamoci sempre infatti che un cliente insoddisfatto può avere un potere devastante sulla nostra reputazione online perché ha tutti gli strumenti per parlare male di noi e lo farà senza alcuna pietà. Passaparola, influenza e reputazione sono le “monete” più preziose che possiamo e dobbiamo guadagnarci grazie ai Social Network: è fondamentale quindi non solo presidiare il canale social con le nostre pagine su Facebook e Twitter (presenza) e rispondere a chi ci chiede supporto (reazione), ma anche monitorare il canale (ascolto), attività in grado di darci importanti indicazioni sia sul grado di soddisfazione nei confronti del nostro servizio e dei prodotti che vendiamo sia sui gusti dei nostri potenziali clienti e quindi sui prodotti che potremmo vendere; infine dobbiamo trovare il modo di “far parlare” di noi e stimolare il “buzz”, con opportune strategie di pr online e engagement (coinvolgimento).
E l’advertising?
Motori di ricerca e Social Media possono essere utilizzati sia in ottica strategica (come detto nelle domande precedenti) sia tattica, investendo denaro in acquisto di spazi e visibilità. E’ il cosiddetto “paid media”, fondamentale nel media mix per dare la giusta massa critica di visitatori al nostro ecommerce.
E’ chiaro infatti che se vogliamo raggiungere risultati di business nel breve periodo, la soluzione più efficace è quella di allocare budget ad esempio per una campagna Pay-Per-Click (PPC) su Google e Facebook, in grado di proporre i nostri prodotti al maggior numero possibile di persone.

Un tuo parere, le aziende italiane che hanno già inserito l’ecommerce nelle loro scelte, hanno secondo te capito come approcciare il web 2.0? Lo fanno in modo strategico o tattico?

Vedo ancora un utilizzo fortemente “di pancia” e “di moda” dei tool social e 2.0, ancora poco sfruttati in senso strategico e sinergico con gli altri canali digitali (ad esempio il mobile). Però almeno si sta diffondendo una consapevolezza che “qualcosa si deve fare” e questo secondo me è sempre positivo.
Sul digitale si deve sempre sperimentare, sbagliare e correggere il tiro rapidamente…magari aiutati da agenzie come Bizup 😀
Conversione significa Acquisto?
Beh, dipende dal contesto. Conversione può voler dire anche acquisizione dei dati di un utente potenzialmente interessato all’acquisto che solo successivamente si trasformerà in cliente effettivo. In contesto ecommerce però genericamente intendiamo acquisto del prodotto.

Tu comperi on line?

Continuamente 🙂

Quale è il tuo negozio on line preferito?

Amazon: per disponibilità dei prodotti, facilità di acquisto e soprattutto tempi di consegna. Sono cosciente che sto parlando di un “gigante” ma la qualità del servizio è assolutamente alla portata anche di ecommerce più piccoli, che non devono gestire magazzini così importanti.

Carlo Alberto Pratesi E’ professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università Roma Tre, e con Paolo Merialdo e Augusto Coppola ha fondato Innov Action Lab un percorso formativo che insegna agli studenti universitari a lavorare in team per sviluppare un’idea di businness da presentare in modo efficace a fondi di venture capital.

Prof. Pratesi parliamo un po’ di “aziende digitali”, ovvero di quelle aziende che hanno colto le grandi opportunità offerte dai tool digitali. Crede che l’Italia sia a buon punto?
L’Italia ha ancora un po’ di strada da fare… secondo me non tanto sul versante delle infrastrutture e delle tecnologie (di cui spesso ci si lamenta) ma della propensione delle persone a usare il web per fare cose che non siano solamente passive. Insomma non stare davanti a uno schermo come si sta davanti alla televisione. Leggere i post su Facebook o vedere i video su YouTube non basta.
Il digitale ha creato nuovi paradigmi, cambiando e talvolta sovvertendo le relazioni economiche; si può parlare di un nuovo marketing?
 La difficoltà per le aziende è che sul web non si può più barare. O si di ce la verità e ci si “comporta bene” o si è fuori. Questo mette in crisi un certo tipo di pubblicità e sopratutto un certo modo molto aggressivo e talvolta poco etico di impostare l’attività di vendita.
Sul versante dei consumatori, invece va superata la diffidenza (molto italiana) nei confronti di chi vende a distanza (non è un caso se la vendita postale da noi non è mai decollata). Sono ancora troppe le persone che non usano la carta di credito, non fanno bonifici on line, insomma: molti italiani vogliono ancora usare il denaro contante e vedere in faccia chi lo riceve.
Se Le dicessi “social”, cosa Le verrebbe in mente?
Più che socializzazione, intesa come  possibilità di “fare amici” (perchè è evidente che la quantità può andare a discapito della qualità delle relazioni) il termine social mi fa pensare alla straordinaria possibilità di ottenere informazioni di qualità in tempi molto rapidi. Mio nipote di 16 anni mi ha detto che lui negli ultimi anni ha imparato molto più da YouTube che dalla scuola…. Insomma una sorta di grande cervello condiviso che può farci tutti più intelligenti
 
Qualche anno fa le aziende cercavano “brand o category manager”, oggi cercano “digital e community manager” e tra i profili “sales” è richiesto l’ e commerce manager. Nuove opportunità e nuovi mestieri, i ragazzi che escono dall’Università oggi sono pronti a questi ruoli?
 Certamente. Per un generazione un po’ sfortunata sul piano dell’occupazione, mi sembra che questa sia un buona notizia: per la prima volta nella storia dell’uomo i più giovani possono insegnare qualcosa (di essenziale) ai più vecchi. Spero davvero che si rendano conto di questa grande opportunità e la sfruttino come si deve!
 
 Cos’è l’InnovAction Lab?
Un percorso formativo che ambisce ad insegnare a chi è all’università  quali sono gli elementi che devono essere considerati per comprendere il potenziale di mercato di un progetto innovativo e come presentare tale progetto in modo efficace ad investitori e fondi di venture capital. per saperne di piùwww.innovActionLab.org
E per concludere, mi dice quale è il suo sito di shopping on line preferito?
A parte quelli di treni e aerei, recentemente ho usato il sito della SIGG dove ho comprato delle bellissime borracce di alluminio con le quali ho sostituito le orribili bottigliette di plastica che trovo care e anti-ecologiche.

Uno dei relatori dell’evento, Giovanni Cianferoni è il presidente di Retalco, azienda leader in Italia per quanto riguarda l’e commerce.
Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

 

Analizzando il quadro economico generale, l’unica realtà in controtendenza rispetto alla crisi dilagante è quella dell’e- commerce, con un’ascesa del 43% annuo. La rete è diventata imprescindibile nella scelta di un acquisto anche quando abbiamo semplicemente bisogno di un riscontro su un qualsiasi articolo a pochi passi da casa. A dare valore aggiunto ai servizi offerti dalla rete è il continuo sviluppo delle vendite on line che trovano diverse soluzioni alle strategie off line: abbattono le barriere geografiche, raggiungono un nuovo mercato popolato da 2 miliardi di utenti, vendono 24 ore su 24 365 giorni all’anno semplificando le procedure di vendita.

Grazie a questi vantaggi sempre più imprenditori decidono di intraprendere la strada dell’ e commerce: è per questo motivo che un’azienda come Retalco, leader nel settore scende in campo affiancandoli con una uno figura nuova e unica, quella del Market Advisor.

Chi è Retalco?

Retalco nasce nel 1994, da un gruppo di ricercatori informatici per studiare la rete internet. Maturando un’importante esperienza nella realizzazione di gestionali per la grande distribuzione come nel caso di Coop e Carrefour, nel 1997 realizza Freecom, una delle piattaforme più avanzate di commercio elettronico al mondo. Ad oggi i negozi on line realizzati con piattaforma Freecom sono oltre 2.500.

Avere uno proprio punto vendita on line non è mai stato così facile: Retalco mette a disposizione dell’azienda un team di specialisti e un Market Advisor, come, figura esperta per seguire la nascente azienda on line nel suo percorso,  per una valutazione della strategia migliore,  definizione su misura degli aspetti contrattuali, analisi dei competitors e personalizzazione del negozio on line.

Retalco offre non solo la piattaforma e soluzioni tecnologiche on line, ma si occupa anche della logistica, dal magazzino alle spedizioni in tutto il mondo, dalla fatturazione al banking sicuro. Le aziende devono occuparsi solo della qualità e disponibilità dei prodotti.

Quindici anni di esperienza a servizio del nuovo mercato.

www.retalco.com

Questa mattina nella facoltà di economia “Federico Caffè” di Roma Tre Selena Pellegrini, ha tenuto un seminario sul web 2.0 e nello stesso tempo veniva fatto un live Twitter.

Pochi degli studenti presenti erano veramente pronti a seguire un live Twitter. Ma con grande soddisfazione durante la lezione abbiamo visto una piccola aggregazione di follower.

Questo appuntamento ha anticipato quello del 17 maggio, dove diversi esperti parleranno dell’e commerce uno dei canali più influenti del web 2.0 e come renderlo veramente eccellente attraverso delle piattaforme e delle strategie adeguate allo specifico progetto.

“E-Commerce e web marketing senza strategia sono un boomerang” (S. Pellegrini)

Domani 29 marzo, Selena Pellegrini CEO founder di The Brand Experience, azienda partner dell’Università degli Studi “Roma Tre” nell’evento Yes We – comm, nononchè una degli esperti che parleranno durante la conferenza, sarà presente al Social CaseHistory Forum a Milano.

E’ un evento nuovo nel mondo della comunicazione digitale.  Il format prevede la presentazione di case history (dal brief, alla strategia, ai risultati fino alle lezioni apprese), che siano vere e proprie storie di successo.

Selena Pellegrini, basandosi sul nuovo progetto con il CNA Roma (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa), spiegherà i dieci motivi per cui vale la pena investire nell’e- commerce (di eccellenza)

Da non perdere!

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